Omessi versamenti, tripla chance

La giurisprudenza sembra orientata a considerare le situazioni di difficoltà che impediscono agli imprenditori di versare l’Iva e/o i contributi. Tutto questo per consentire la continuità aziendale ed escludere la responsabilità penale che è complesso da dimostrare perché richiede una gestione oculata delle risorse. Il mancato versamento delle ritenute e dell’Iva è punito con la reclusione da sei mesi a due anni in presenza di importi superiori a 50mila euro. Negli anni i giudici di merito hanno escluso la punibilità in presenza di crisi di liquidità, ma la Suprema corte si è mostrata sempre molto rigorosa. Con il tempo le sentenze hanno offerto un’apertura al contribuente che dimostri, oltre la crisi di liquidità dell’impresa, anche che l’omesso versamento non sia dipeso da una sua scelta volontaria. Sono tre le ipotesi in cui la punibilità può essere esclusa: assenza di dolo, sussistenza di forza maggiore, assenza di collegamento tra la condotta tenuta da chi doveva versare e il reato.

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